L’ erba si assopiva rigogliosa ed ignara alla luce dell’ ultimo sole, con le campanule azzurre che ondeggiavano nella brezza della sera, avrei voluto correrci in mezzo, lasciandovi piccoli solchi selvaggi, ma questo avrebbe compromesso l’ imminente falcio del fieno.
Il rumore della falce che veniva affilata riecheggiava nella bruma del mattino, papa’ iniziata con bracciate regolari a tagliare facendo lunghe strisce di fieno che profumava di tarda estate e di pascolo.
Il prato sembrava un quaderno a righe ordinato e pronto per scriverci i racconti d’ alpeggio in un ordine delle cose semplice e magnifico.
Vorrei sdraiarmi su quel prato per iniziare a scrivere in modo ordinato un tempo per me diverso da quello in cui mi muovo in questi mesi.
Covoni di fieno dove lasciare il troppo.
Aspettandolesalitesempre!
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Dolce Lori, come da bambina avesti la pazienza, istruita dal tuo saggio papà, di non correre in mezzo al prato per non lasciar solchi che avrebbero compromesso l’imminente sfalcio del fieno, così ora da adulta, resa matura dallo scorrere degli anni e dalle esperienze di vita, continua a coltivare con umile fiducia l’arte del poco e dell’attesa, vedendo in queste virtù non una rinuncia ma un arricchimento.
Un tenero abbraccio per un augurio di lieto fine-settimana.
Milena cara grazie del tuo affetto, so che prediligi questi miei post che ricordi poi sempre con molto calore persino dei dettagli. Grazie davvero di essere l’ amica di penna che sei, buon ferragosto
Spettacolare poesia mi piacciono questi post densi di immaginazione, lirismo e amore per il passato i ricordi la giovinezza❤️..buon ferragosto lory spero finisca il caldo …
Daniela grazie ispirazione mi viene spesso camminando! ti abbraccio