Una notizia di ieri e’ quella che le influencer rivendicano la costituzione di un sindacato a tutela della loro immagine e della loro professionalità. Non si tratta di Chiara Ferragni che ha raggiunto livelli di professionalità irraggiungibili, ma di personaggi minori con un seguito più o meno ragguardevole di followers.
E’ su Instagram che prendono piede le tendenze ed e’ a questo social che brands e case di moda fanno in parte riferimento ed affidamento per pubblicizzare i loro prodotti.
Ma quello che possiamo osservare e’ un troppo di tutto, in una confusione di proposte che spesso finiscono per diventare esagerate.
La mia domanda allora e ‘questa: di quanto e di cosa abbiamo veramente bisogno? In quale misura le proposte di prodotti di bellezza, accessori, ricette di cucina, libri di ricette di cucina, automobili elettriche, fruste elettriche, possono essere recepite dal nostro cervello senza andare in “ indigestione”?
Abbiamo davvero la necessità di stipare la nostra libreria con il prossimo futuro libro di proposte culinarie? E come facevano le nostre mamme che pur hanno sempre messo in tavola pietanze basiche e salutari senza sermonare come alla messa della domenica?
Abbiamo davvero la necessità di compararci con stereotipi di fotografie superfiltrate, modificate, assolutamente non reali?
Ci sono profili su Instagram davvero belli come quelli che fanno riferimento all’ hashtag #quisisogna o a #donnedimintagna, altri di moda con outfits semplici e basici ai quali ispirarci.
Dopo moltissimi mesi nei quali siamo stati costretti a restrizioni logistiche ed economiche si avverte (avverto) il bisogno di bellezza saggiamente moderata, di eleganza sussurrata, di un passo indietro per guardare al futuro con “lussuosita’ zen”
@ foto Pinterest
Io, talvolta, sento il bisogno di disfarmi di molti libri, e prima o poi lo farò, dandoli a mercatini, o simili, oppure, un attrezzo di cui avverto la pesantezza è… il computer… Baci, cara Loredana! <3
Luca caro io tengo solo i libri a cui tengo veramente gli altri li regalo o li metto nella campana della carta. Instagram sta proponendo troppo di tutto e spesso (anzi molto spesso) induce anche a bisogni fittizi soprattutto di accessori che diventano virali e finiamo per esserne condizionati. Baci lori
Oh, Lory… condivido quanto scrivi e sono così stanca, ultimamente, del continuo bombardamento di prodotti presentati con rapimento ed estasi come fossero il Sacro Graal (ma, insomma si tratta pur sempre di pentole o di una torta alla panna!), nei quali dovremmo trovare quella felicità che, ahimè, non è in vendita.
Per carità, niente di male a comprare qualcosa di bello che ci rassereni ma credo ci sia un limite, un senso della misura che non dovrebbero essere riesumati ad hoc quando servono (magari in un post sui social scritto per “rifarsi il trucco”) ma, come per le nostre nonne, far parte del quotidiano con naturalezza sincera e silenziosa.
Mi è piaciuto tanto leggerti stasera, grazie di cuore.
Milena ecco!! appunto torte con la panna, torte al cioccolato, uova in camicia come se fossero la scoperta dell’ oro del giorno prima! Si sta perdendo la misura del poco e del bello, tutto è pubblicizzato al massimo, anche dalla vostra (non piu’ mia) amatissima Csaba!! ma questa è un’ altra storia… baci e grazie del tuo affetto lori
Inutile dirti cara lory che condivido e sottoscrivo tutto!!!!
E aggiungo una massima di uno stilista romano che da un po di tempo ho fatta mia, te la riassumo qui : basta copiare o seguire quello che influencer o giù di lì propinano…
Il vero lusso oggi è l l’unicità
Grande Daniela, come vedi siamo in sintonia noi ragazze AUsten!!! di tea e tenerezza, giardini fioriti e forza interiore. Trarre spunto, lasciarsi ispirare senza eccedere se senza farci travolgere dal troppo. baci Lori
🤗🤗🤗
vero condivido “infuso di riso”
Anch’io concordo con Daniela 😊 tant è che voglio riprendere a sferruzzare maglioncini made by me unicamente per me 😍😍