Questa sera sono rincasata dopo una giornata di molte ore in ufficio pensando che mi sarebbe piaciuto sedermi e raccontarmi davanti a una tazza di bevanda calda con qualcuno che mi ascoltasse con la semplicità e la voglia di accogliermi senza troppe pretese, ma con la pazienza di coccolare la mia stanchezza e le mie parole.
Mi ‘e venuto allora in mente quando nelle sere di tardo autunno nel maso di montagna con il sole che tramontava presto e le sere che diventavano lunghissime si andava ” a filo’ ” dalla Joanela” ( piccola Giovanna).
Lei era una donna minuta, dal visto segnato dal sole per le molte ore trascorse a rastrellare il fieno. Era sdentata, perche’ teneva la sua preziosa protesi per quando andava “al mercato” e alla “messa granda”, indossava sempre una “traversa” (il grembiule), sopra la gonna e calzava gli scarponi anche in piena estate.
Viveva da sola con le sue mucche, i conigli e le galline.
Ci accoglieva nella piccola cucina che ancora potrei descrivere: un grande camino, un secchiaio in pietra con sotto un catino per “la toiletta”, la tavola contro la parete, tre sedie, una credenza.
Offriva a mamma e papa’ del vino scaldato in un pentolino ed io ricevevo una caramella alla menta appiccicosa e pessima, a volte un bicchiere di latte appena munto.
Li sentivo raccontare vecchie storie, che spesso si ripetevano di volta in volta e che iniziavano sempre con lo stessa frase ” te ricordetu quela olta che …” (ti ricordi quella volta che) ed io ascoltavo finendo spesso per addormentarmi sulla pietra calda davanti al camino fino a quando non era ora di rincasare nella notte buia e fredda.
Andare a “filo ” e’ un’ usanza che si perde negli autunni ed inverni di moltissimi anni fa e che sicuramente pochi ricordano e che per me ha il sapore dell’ accoglienza semplice ed autentica delle sere nelle quali si stemperava il tempo del buio con parole e vino caldo.
Buona notte da Lory
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Che belli i tuoi racconti lory❣ li leggo sempre volentieri…un tempo c era più umanità ci si aiutava a vicenda lo so perché mio papà mi raccontava della sua infanzia di famiglie patriarcali senza il benessere odierno ma ricche d amore! Che in inverno si riunivano nelle stalle per scaldarsi e lì giocavano a carte, raccontavano storie mangiavano castagne col latte i piccoli e gli adulti castagne con vino…❤❤❤
Marina davvero ho vissuto in un mondo agreste e montano d’ altri tempi… ma a volte mi piacerebbe ancora sedermi in una stalla o davanti al camino e parlare con semplicità! E spesso la sera mi manca tutto questo dopo una giornata in mezzo al chiasso della città e dell’ ufficio. grazie di questo bellissimo commento. Buona notte ✨✨✨
Mì fai ricordare quando ero piccola e le sere passate con mia mamma, mia nonna e mia zia all’interno dell’énorme camino della nonna. Era un vano con due panche ai lati ed il camino all’interno dove ci si riuniva tra al tepore del fuoco.
Tiziana che bello leggere che non sono la sola ad avere ricordi di focolari e sere d’ inverno dove non esisteva la tv e ci si raccontava e spesso i racconti diventavano favole arricchite da particolari che mutavano di volta in volta.Lori
Che bei racconti, che bei ricordi, fanno un’immensa tenerezza. Magari si potesse vivere ancora di queste cose semplici ma genuine.
Grazie Loredana.
Luisa si, sono ricordi che mi riaffiorano inaspettatamente forse perché il mondo va troppo di fretta e abbiamo bisogno di piccole cose che ci facciano sentire accolte, come le tue belle foto e le frasi che le accompagnano. Grazie dolce amica e buona notte
Fortunata che hai vissuto ed ora puoi ricordare quei momenti di semplice e genuina vita che ora ci manca sovvrastimolati e circondati da tanto inutile chiasso . Ritornare a vivere in modo più lento sarà il mio obiettivo 2020. Un abbraccio
Elena forse perche’ siamo sopraffatti dal chiasso,dalle notizie, dal troppo e non riusciamo (almeno io) a tutelarci dalle sollecitazioni anche negativi che implodono nelle nostre giornate dove invece avremmo bisogno spesso di angoli di semplicità come quello che ho ritrovato nei miei ricordi di bambina.Grazie del tuo bel commento Buon venerdì
Ti adoro Lory, mi fai rivivere gli stessi momenti magici che vivevo con i miei nonni… Dolcezza e infinita tristezza…
Gabriella grazie di questo commento e mi fa piacere di trovare anche in altre lettrici ricordi simili al mio di un mondo che era semplice! E a volte penso come facevamo? non c’ era nulla se non i giornali di carta che arrivavano forse una volta alla settimana!
Che bei ricordi! Da noi si diceva ” far filò” e la gente si radunava nel tepore delle stalle per trascorrere le lunghe serata invernali.
Roberta ricordi benissimo! anche da noi spesso ci si riuniva nelle stalle, perche’ erano le stanze piu’calde…che nello condividere gli stessi usi d’ un tempo grazie
Cara Lory, sono ricordi bellissimi, che scaldano il cuore ,ti fanno tornare indietro nel tempo, dove il valore dell’amicizia e convivialità erano importanti, i tempi sono cambiati, ma i sentimenti non mutano mai! Un abbraccio fortissimo e grazie per questi racconti di vita meravigliosi!😘♥️
Maria Luisa e’ vero i sentimenti non mutano ma mi sembra che facciamo più’ difficolta’ a scovarli in mezzo a tutto questo chiasso del mondo, dove almeno io a volte mi sento fuori luogo, perche’ nel cuore sono rimasta una ragazza di montagna che falciava l’ erba e ascoltava il suono dei grilli! Grazie del tuo affetto
Che bel raccontarti,Lori! Bellissimi ricordi che rimangono nel cuore e che scaldano! Un abbraccio!
grazie Giusy e’ bello condividere questo con tutte voi che mi ricambiate con i vostri commenti pieni di gioia e affetto
Cara Loredana, grazie per questo racconto, del quale mi ha colpito l’atmosfera serena e accogliente nonostante (o, forse, proprio PER) la semplicità dei mezzi.
Dalle tue righe è nata questa riflessione, che spero non ti porti via troppo tempo (fammi capire se mi dilungo nelle risposte…).
Credo che oggi sia più difficile accogliere l’altro non solo per i frenetici ritmi di vita ma anche perché siamo bombardati da una continua “ansia da prestazione”.
Mi spiego: ho come l’impressione che, se non dispongo di una mise en place impeccabile o di pietanze prelibate, non posso ricevere l’altro senza sentirmi a disagio.
In questo modo, però, è il mio ego ad essere al centro dell’incontro: voglio mostrare all’altro quanto sono brava (a cucinare, ad arredare, ad ascoltare…) dimenticando ciò che l’altro ha bisogno di mostrare a me (fragilità, incertezze, gioie, ricordi).
Concludo con un buon proposito per il nuovo anno: semplificare tornando a dare priorità all’essenziale, ovvero (cito dal tuo racconto) “la pazienza di coccolare la stanchezza e le parole” di chi ospito.
Buon venerdì.
Milena cara, mi hai forse letto nel pensiero? o tra le righe con la delicatezza e profondità’ che ti contraddistinguono. Qui potrei aprire “un vaso di Pandora” rispetto al mio punto di vista su quello che impera sui social (ingragram etc) dove dobbiamo essere perfette e se per caso metti il tovagliolo a sinistra rischi di essere bruciata sulla pubblica piazza!! ma poi chi proclama questa perfezione la mette in pratica veramente nella vita di tutti i giorni? nelle 24 ore che compongono l’ arco temporale di una giornata? ci sta davvero tutto quello che “loro” dicono di fare?????? o e’ scritto e proclamato solo a beneficio di introiti pubblicitari.
Ecco quello che appunto tu hai colto nel mio scritto e che volevo dire:vorrei essere accettate quando sono stanca, suonare il campanello di qualche amiche e dire “sono qui”…invece e’tutto molto più’ complesso in questo mondo dove ci si vede solo se si e’ programmato!!
Un tempo avevo anch’io la sindrome della piccola fiammiferaia se non era tutto perfetto quando ricevevo qualcuno,ora….sto imparando a prendermi più’ cura di me e “arginare la generosità” quando diventa troppa!!
Cerco di semplificare! perche’ forse ho ricevuto troppe delusioni.(ma faro’ un post anche su questo)
grazie di condividere sempre con ma il tuo pensiero e di trattenere nel tuo cuore e mente alcuni passaggi dei miei post, questo mi riempie di gioia.
Buon venerdì’ Lory
Dolcissimo ricordo che ha il sapore delle cose semplici,buone fatte in casa con amore…
È impossibile non sentirsi trasportate in questo mondo antico e lontano che tanto racconti bene e che un Po a tutte manca. .
Buon mese di febbraio Lory.. aspettando una buona primavera ….
Si Daniela hai ragione sono ricordi che fanno tenerezza e che in un mondo come quello di oggi sembra quasi impossibile ritrovare quella semplicità’ autentica. Buona domenica cara amica