Il termine “Plan de Corones” deriva dalla incoronazione leggendaria della principessa Dolasilla, alla quale il padre, il re di Fanes, secondo la leggenda proprio al Plan pose sul capo la Raietta, una corona preziosa con una gemma fulgida al centro.[Il nome ladino Plang de Curunes, attestato nel 1780 come Plang de Corones oder Schlichte, ne preserva ancora il significato originale, essendo i Curunes gli antichi spiriti dei monti della leggenda ladina.[Il termine Kronplatz ricalca il nome ladino.
La salita che conduce al Plan de Corones è uno sterrato che ha inizio nei pressi del passo Furcia, della lunghezza di 5,250 km. La parte più dura della scalata avviene dal km 4,100 al km 4,400 dove è presente un tornante che tocca la pendenza del 24%.
L’inclinazione non va al di sotto dei 14% e nel tratto sono presenti 13 tornanti, dedicati ad altrettanti vincitori del Giro d’Italia non più in vita. Dal basso verso l’alto, le curve sono dedicate a: (13) Gaetano (Tano) Belloni, (12) Costante Girardengo, (11) Giovanni Brunero, (10) Alfredo Binda, (9) Learco Guerra, (8) Giovanni Valetti, (7) Gino Bartali, (6) Hugo Koblet, (5) Fausto Coppi, (4) Gastone Nencini, (3) Charly Gaul, (2) Jacques Anquetil, (1) Marco Pantani.
Giro d’Italia
Il Giro d’Italia ha programmato l’arrivo in cima a Plan per tre volte:
- La 17ª tappa del Giro d’Italia 2006, partendo da Termeno doveva arrivare a Plan, ma causa maltempo la tappa fu fatta terminare al passo Furcia[10] e fu vinta da Leonardo Piepoli.[11]
- La 16ª tappa del Giro d’Italia 2008, partendo da San Vigilio di Marebbe, si è conclusa a Plan dopo una cronoscalata vinta da Franco Pellizotti.[12][13]
- Nel Giro d’Italia 2010 la medesima cronoscalata è stata riproposta, sempre nella 16ª tappa, ed è stata vinta da Stefano Garzelli.[13]